Speciale Centrale Fies Motherlode 2015 Live Works



Centrale Fies

Centrale Fies

Si è conclusa mercoledì 29 luglio la tre giorni all'interno di Motherlode 2015 dedicata a Live Works  il premio per la performance organizzato da Centrale Fies in collaborazione con Viafarini di Milano.

Nove progetti selezionati andati in scena in tre giorni di fitto calendario, un solo vincitore che oltre ad una somma di denaro, forse più prezioso premio, vince un periodo di residenza a Centrale Fies per la produzione del proprio lavoro.

Les Thermes

Les Thermes

Una scelta non facile che ha tenuto in dibattimento la giuria lungo tempo, ben oltre l'appuntamento previsto delle ore 23, con un pubblico scalpitante, per lo più composto da tutti gli artisti presenti a Centrale Fies che conferma il suo fascino e quell'atmosfera in cui volenti o nolenti si viene avviluppati e trascinati con il passare delle ore che si trascorrono in Centrale.

Il riferimento più appropriato non può che essere con Avalon, mitica terra nascosta dalle nebbie che il viaggiatore raggiunge trascinato sulla corrente del mare. A Centrale Fies "traghetta" il pontile che si deve passare per arrivarci, quello stesso che funge da spartiacque fra il mondo reale e quello delle emozioni e del profondo.

Anche il più riottoso visitatore, quello meno incline al facile fascino dell'arte, quello più critico e dedito a cose spicciole della vita che cozzano invece con i voli pindarici di fantasia ed emozioni, non può esimersi da venir "toccato" da quello che "succede" a Centrale Fies. Fosse solo per un senso di fastidio o il pensiero di essere stato raggirato da furbi giocolieri con il gioco delle tre carte. Ebbene anche questo è il frutto di un "moto dell'animo" riuscito dal guizzo creativo di chi l'ha prodotto. E in un mondo passivo quasi al limite della lobotomizzazione c'è da dire che non è né poco né scontato.

Immergersi in Motherlode è come trovarsi in una centrifuga da cui si emerge solo ore, o meglio qualche giorno dopo, perché le emozioni e gli abbozzi di pensiero hanno sedimentato e preso forma.

E' difficile scegliere la giornata giusta per decidere di "vivere" e respirare Motherlode così forse dettato dal caso o meglio dall'agenda degli impegni e come spesso accade il "caso" sa scegliere meglio della mente

diego_tonus

Ha radici trentine, perché uno dei ragazzi è di Trento anche se ormai vive a Berlino, il collettivo Mali Weil che a Centrale Fies sono presenti con la prima apertura di un progetto in divenire. Lo spettatore viene guidato alla casetta adiacente la Centrale ed indirizzato verso la stanza ed ambito assegnatogli con l'invio di un sms al numero di cellulare lasciato in fase di prenotazione. Tre "celle" di cui Cervello, Lingua, Cuore in cui chiudersi chino su un libro che pagina dopo pagina elargisce sollecitazioni in forme di brevi scritti, frasi, aforismi. In una scatola un elemento attraverso cui focalizzare la meditazione/riflessione che inevitabilmente si rivolge all'interno di se stessi ed infine si può condividere con gli altri "ospiti" di The House of Immortalities" l'esperienza accorgendosi come sebbene la performance è stata fatta dal pubblico, dal singolo, se l'arte ha il compito di "smuoverti qualcosa dentro" allora Mali Weil ha messo in scena un lavoro di successo. Che abbia deluso, individuato un nodo esistenziale, aiutato a fare per un momento il vuoto e il silenzio attorno, o incitando all'azione e alla responsabilità civile.

Centrale Fies

Centrale Fies

Apoteosi di come la performance può anche essere "assenza" della stessa è "Untiled" di Roberto Fassone.Si sale in Sala Comando e quello che ti accoglie è un'arringa di un avvocato. Spettatore in attesa del colpo di scena vieni accompagnato in un "gioco intellettuale di logica" in cui in puro stile forense la "signora avvocato" difende dal giudizio il "lavoro" di Fassone chiedendo alla giuria il premio LIve Works. Si rimane quindi in bilico fra il sentimento di logica e quel senso di incompiuto. Una "magia" scenica che si infrange però quando, finito lo spettacolo, si individua Fassone nel pubblico che si prende i complimenti compiaciuto e lo specchio si incrina perché se il gioco scenico c'è deve rimanere e non svelarsi, altrimenti la "magia" ti risbatte nella realtà

Fassone

Fassone

Il tempo è immobile a Centrale Fies e in ogni angolo puoi incontrare una installazione imbattendoti nell'inquietevole "Abbeveratoio" di Santiago Serra in cui la società di topi ti fa salire quell'atavico senso di paura dettato da generazioni e generazioni che hanno dovuto difendersi dalle malattie legate alla loro presenza o forse è che in "Abbeveratoio" c'è uno specchio di tanta società?

Sierra Abbeveratoio

Sierra Abbeveratoio

Tuttavia sorge una domanda se quindi anche un bicchiere appoggiato alla rinfusa sul muretto dallo spettatore distratto e frettoloso possa trasformarsi in "performance" nel momento in cui qualcuno gliene desse il significato.

 

il bicchiere dimenticato

il bicchiere dimenticato

 

 

Forse è questo il sentimento a Centrale Fies, quello di essere in un mondo parallelo dove tutto si carica di significato. Quindi forse la differenza che da valore allo spettacolo di un artista è quel labile ma vero confine che permette di essere riconoscibile nel confronto con il mondo esterno.

Vanija

Vanija

E specchio ironico della società, quella che si crea una realtà propria, che vive di illusioni, che si mette a capo di movimenti e forgia a proprio titolo contenuti più o meno "possibili" reperiti nel web. In un misto fra sponsorizzazione di una futura performance o centrifuga di tante informazioni che producono una realtà del tutto personale con conclusioni altrettanto personali è l'incontro con il mondo di Vanja Smiljanic in The Anthem of the New Earth/Remastered. Ironico e capace di lasciare nel dubbio sulla divergenza fra interprete, attore, persona anche nel post spettacolo.

Proprio a lei andrà il premio Live Works giustificato dalla giuria con il senso di utopia e distopia sintomatici del Ventesimo Secolo legati alla critica e la capacità di attingere ai tanti ambiti conoscitivi ed equidistanti con altresì una apertura sulla ricerca della trascendenza.

Premiazione

Premiazione

Giuria non concorde con molta parte del pubblico che invece ha preferito la performance fisica di Turning di Alessandro Sciarroni. Un esercizio di equilibrio, concentrazione e movimento giocato magnificamente con luce ed ombra oltre che suono in un crescendo di emozione. Peccato che Sciarroni non fosse in gara, ma lui era "padrino" e ospite della girnata Live Works quindi il suo spettacolo non gareggiava.

Alessandro Sciarroni

Alessandro Sciarroni

Poco importa allo spettatore chi ha vinto e chi no perché ad ogni passo si entra in un nuovo angolo e l'attrazione non può non andare a "Les Thermes" un bagno più o meno catartico in relazione a quale pallina delle 25mila in cui ci si immerge attira lo sguardo e si fa incontrare come la sibillina frase di uno sciamano.

Nelle calde serate trentine è difficile decidere di percorrere il pontile e tornare al mondo reale e solo quando ti giri un'ultima volta e guardi la facciata comprendi che essa stessa è un'ulteriore installazione con quella frase "Things are made to happen" e capisci che è giusto lasciare che accada.....

Centrale Fies

Centrale Fies

 













Scuola & Ricerca

In primo piano