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"Renzo, Lucia ed io", la chicca di Fois

Riscopriamo il capolavoro di Alessandro Manzoni nel pamphlet del romanziere sardo



Ho già avuto modo di apprezzare i romanzi di Marcello Fois, in particolare Nel tempo di mezzo e Stirpe. Recentemente, grazie all'audiolibro Emons favolosamente letto dal compianto Paolo Poli, ho riscoperto la passione per I Promessi Sposi. Per questo, per quanto la pila di libri sopra e sotto il mio comodino stesse già per raggiungere il livello di guardia, non ho resistito alla tentazione di leggere Renzo, Lucia e io - Perché, per me, I Promessi Sposi è un romanzo meraviglioso (add editore, 132 pagine, 13 euro), il pamphlet dedicato dall'autore sardo al capolavoro di Alessandro Manzoni. E ho fatto benissimo a leggerlo, fino all'ultima pagina: perché proprio in quella Fois piazza la "chicca delle chicche", che ovviamente non vi svelerò, anche perché vi basteranno un paio d'orette per finire Renzo, Lucia e io. Poche decine di pagine, nelle quali Fois condensa la sua passione per la letteratura, l'arte, la storia, l'affermazione dei diritti civili, come quelli per i quali lottano appunto Renzo e Lucia, "combattendo per un mondo nuovo (quello che si sarebbe affermato con la Rivoluzione francese, ndr) senza nemmeno saperlo".

L'autore sardo ci illustra poi, brevemente, quanto I Promessi Sposi abbia lasciato il segno sulla lingua e sulla cultura italiana, anche quella popolare. "Quando mio padre minacciava di uscire dai gangheri stava citando Manzoni e non lo sapeva, o sì?" si chiede Fois. Per non parlare di Perpetua. "Dai Promessi Sposi in poi la perpetua è la collaboratrice domestica del prete, prima dei Promessi Sposi la perpetua era solo Perpetua". E poi i luoghi comuni - il matrimonio che non s'ha da fare, il coraggio che uno non se lo può dare, il vaso di terra cotta, il senno di poi di cui son piene le fosse - che poi tanto comuni non sono.

Manzoni autore del primo romanzo dell'Italia nazione, ma anche sociologo del futuro, quando individua in Bortolo l'archetipo della categoria che avrebbe segnato lo sviluppo economico del nostro Paese: il cugino di Renzo "ce l'ha fatta, è di quelli più intraprendenti che intelligenti: uno dei personaggi più contemporanei dell'intero romanzo. Il suo carattere è rimasto intatto fino ai giorni nostri. Egli parla il linguaggio degli intraprenenti, un po' faccendieri, di sempre". "Nella sfera di cristallo di Manzoni - aggiunge Fois - s'intravede una società che prospererà sulla libera intraprendenza, sulla piccola imprenditoria". Fois arriva poi ad ipotizzare che Steven Spielberg abbia letto I Promessi Sposi e dalla figura della piccola Cecila, adagiata in una vesta candida dalla madre sulla pila dei cadaveri ammucchiati sul carro dei monatti, abbia tratto spunto per la bambina con il cappottino rosso, unica figura a colori del suo capolarovo in bianco e nero Schindler's List. Fino alla "chicca" finale. Ma quella la dovete leggere da soli.













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