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Raccontare le storie dei profughi per creare un ponte tra noi e loro

Il "roman dur" di Henning Mankell, famoso per i gialli di Wallander, almeno altrettanto bravo quando scriveva di temi quali terzo mondo e immigrazione



Un po’ come l’opera di Simenon, divisa tra i famosissimi Maigret e i forse meno noti (ma almeno altrettanto belli) romans durs, anche in quella di Henning Mankell vanno distinti i popolarissimi gialli del commissario Wallander (interpretato sul piccolo schermo dal bravissimo Kenneth Branagh) ed i romanzi nei quali il compianto romanziere svedese dà spazio alla sua sensibilità per grandi questioni quali lo sfruttamento dei paesi del terzo mondo e l’immigrazione.

Bene, anzi, benissimo ha fatto la casa editrice Marsilio a tradurre – a due anni dalla scomparsa dello scrittore scandinavo – lo splendido Le ragazze invisibili. Nel quale, usando un registro tra l’ironico ed il satirico per trattare questioni serissime, Mankell non solo ci spiega che la cosa migliore che possa accadere ad uno scrittore in crisi è avere storie come quelle delle “ragazze invisibili” da raccontare, ma anche come le uniche vicende davvero serie, in una società sempre più pervasa da avidità e banalità, siano proprio quelle dei migranti.

Lo scrittore in crisi è Jesper Humlin, poeta di mezza età alle prese con una compagna che vuole un figlio, una madre ormai troppo anziana per rispettare le convenzioni, un editore determinato a rilanciarlo quale scrittore di polizieschi e un consulente finanziario che lo ha praticamente ridotto sul lastrico. Niente, rispetto a quello che è successo a Tea-Bag, Leyla e Tanja, profughe per le quali accetta di organizzare un corso di scrittura creativa che presto si trasforma in una full immersion nella realtà dell’emigrazione: «Un flusso continuo di profughi indesiderati in fuga da mondi poveri – scrive Mankell, rivolgendosi indirettamente ad una delle sue “ragazze” – E coloro che vivono dall’altra parte dei confini che vuoi attraversare fanno e faranno di tutti per impedirti di arrivare dove vuoi arrivare».

Raccontare le storie di Tea-Bag, Leyla e Tanya per Humlin (e per Mankell) diventa così il modo per costruire un ponte tra il nostro mondo avido e banale e quello ben più drammatrico dei profughi.

Le ragazze invisibili

Henning Mankell

Marsilio, 315 pagine, 18 euro

Twitter: @mauridigiangiac

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