Ops, un ciclista in galleria. Ecco cosa fare se dovesse capitare a te



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La foto pubblicata sul gruppo Fb "Sei di Trento se..."

In questa terra che ama le biciclette, con 400 chilometri di piste ciclabili, non c’è ancora un modo facile e sicuro per chi da Trento vuole pedalare verso la Valsugana o la Valle dei Laghi.

L’ultimo ciclista che l’altro giorno ha provato a infilarsi nelle gallerie del Bus de Vela stava viaggiando verso Trento ed è stato coperto di insulti dagli automobilisti. Era in discesa, probabilmente vicino al limite dei 70 chilometri all’ora, eppure le auto andavano più veloci. Aveva anche il fanalino posteriore acceso, ma ugualmente un automobilista si è indispettito, l’ha fotografato e ha pubblicato l’immagine su Facebook: «Ecco il malato nel Bus de Vela in galleria, demenza allo stato brado». Ma poiché le biciclette sono veicoli (e in quel tratto di strada non ci sono divieti di transito) non si capisce da che parte stia la demenza: non ha diritto di scendere a Trento un ciclista che si ritrova a Cadine magari proveniente da Riva del Garda? Oppure c’è solo il diritto degli automobilisti di sfrecciare in quelle gallerie a quasi 200 all'ora, come provano le fotografie scattate da un collega, proprio in quel posto, qualche tempo fa?

No signori, pare che i ciclisti non abbiano diritti. Almeno per gli automobilisti che frequentano i social network: stai a casa! vai sulle piste ciclabili! roba da matti! poi se li ammazzi vai pure in rogne! In realtà c’è anche chi ha ricordato (giustamente) che per essere davvero in regola quel ciclista, oltre al fanalino acceso, doveva avere il gilet catarifrangente. Nessuno è perfetto.

Tra insulti incrociati (ennesimo capitolo dell’assurda guerra tra automobilisti e ciclisti) è passato in secondo piano quello che un automobilista di buon senso dovrebbe fare in un caso come questo. Esattamente quello che ha fatto il mio collega G. che - due settimane fa - è stato fermato a Cadine da una ciclista cinquantenne diretta in città. Lei era ferma a lato della strada, piedi a terra, bici da corsa in mano, e gli ha chiesto: «Potrebbe, per favore - coprirmi le spalle durante la discesa in galleria?». Il collega G. - ovviamente - l’ha fatto di buon grado. Se vedete un ciclista in difficoltà (o peggio in pericolo!) fatelo anche voi. Un gesto semplicissimo (che vale anche se non viene richiesto) ma un grande passo avanti verso la (difficile) convivenza sulle strade.













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