La gran festa degli alpini travolge ogni critica



Gli alpini vincono sempre. Con il dialogo. Con la pace. Con la convivenza. Con il senso di comunità. L’impossibile, per loro, davvero non esiste. Lo dimostra quest’adunata che ha già trionfato. Travolgendo le critiche: sempre legittime, ma non se sfociano in violenza; non se si trasformano in attentati, in pietre e parole piene d’odio. Fra i perplessi c’è ormai solo chi non riesce a farsi coinvolgere; chi non sa partecipare alla (riuscita) festa organizzata (bene) da “altri”. 

Gli alpini - benché la violenza di pochi rischi di far più rumore della gioia di molti - hanno spinto in un angolo persino gli anarchici: i loro assurdi tentativi di far saltare la festa o di prendersi la scena si sono sgretolati di fronte al fiume di persone e d’allegria, di ricordi che di anno in anno si fanno più epici. Le micce accese dagli anarchici sono incomprensibili: fuori dal tempo, lontane dalla storia. E anche a Sociologia - usando slogan fuorvianti, che hanno riempito solo le bocche di chi cerca pretesti per strumentalizzare - hanno perso un’occasione per riempire di senso un dissenso che può essere anche nobile. Hanno vinto gli alpini. Hanno vinto Trento (che s’è lasciata travolgere da un caos pieno di rispetto e di allegria) e questo territorio che ha con gli alpini un rapporto unico e speciale. 

 













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