Caro Baratter (dalla memoria corta) i giornali non raccontano bugie



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E' comprensibile che a un consigliere disposto a fare accordi elettorali sottobanco (come Lorenzo Baratter) possa dare fastidio che un giornale come il Trentino racconti con tenacia e fatica quello che succede (a porte chiuse) nelle stanze della politica. Ma i giornali - caro consigliere Baratter, che si è avventurato in una campagna contro la stampa sui social network - non basta sfogliarli, bisogna leggerli. E leggendo il Trentino in edicola il 22 luglio si apprende che all'interno dell'ufficio di presidenza del consiglio regionale è circolata l'ipotesi acrobatica (per usare un eufemismo) di fare la media fra l'indennità dei sindaci di Trento (indennità ridotta) e Bolzano (indennità più ricca) con il risultato di evitare il taglio delle indennità dei consiglieri regionali che comporterebbe l'approvazione della riforma costituzionale.

Ora - posto che il capoluogo della regione Trentino Alto Adige è ancora Trento, come tutti noi abbiamo imparato alle scuole elementari, giusto consigliere Baratter? - non si vede perché per stabilire l'indennità massima dei consiglieri regionali bisognerebbe prendere a riferimento la media dei sindaci di Trento e Bolzano, invece che considerare il sindaco del capoluogo, come prevede la riforma. Il motivo di questa ardita interpretazione è uno solo: favorire le tasche dei consiglieri. E lì dentro - nell'ufficio di presidenza - questa ipotesi è circolata tanto che Lorenzo Ossanna (capogruppo del Patt e vice presidente del consiglio regionale, interpellato dal Trentino) non ha avuto il coraggio di smentirla, limitandosi a dire che "ne parlerà il presidente Widmann". Che naturalmente è in ferie. E che l'altro giorno non c'era.

Il compito dei giornali - caro consigliere Baratter - non è quello di raccontare i "misfatti" quando sono fatti e finiti, ma di darne conto anche mentre avvengono e - possibilmente - prima. Questo giornale l'ha fatto in passato anche evidenziando, tra il resto, le magagne della gara d'appalto del nuovo ospedale del Trentino, proprio quella che è stata poi annullata dai giudici e che è costata (almeno) 5 anni di ritardo alla sanità trentina (e ai suoi cittadini) e 50 milioni di euro di richieste di risarcimento all'ente pubblico (e quindi ai suoi cittadini).

Fu questo giornale, per citare un altro caso, a sollevare la questione della "maxi liquidazione" legata alla legge sui vitalizi che tanti imbarazzi ha creato in seguito ai consiglieri regionali. Fu questo giornale a chiedere - prima della procura della Repubblica - chiarimenti sull'attività di Trento Rise. E per restare in casa autonomista, è solo grazie alla stampa che il Patt si è potuto liberare (poche ore dopo l'elezione!) di un presidente autonomista che assieme agli amici faceva (incredibilmente) il saluto fascista e di un capogruppo eletto in consiglio provinciale dopo aver firmato accordi elettorali (economici) con gli schuetzen. Una vicenda che lei conosce bene consigliere Baratter ed è quindi comprensibile che mal digerisca gli articoli di giornale. Ma che si sia trattato (nel suo caso) di "malinteso senso di quelle che sono le buone regole della politica" l'ha detto il procuratore della Repubblica. I giornali si sono limitati a riportarlo.

E ora entriamo nel merito di questa vicenda. Perché fa tanto scandalo l'idea che nell'ufficio di presidenza qualcuno abbia solo pensato di aumentare la paga dei consiglieri regionali, superando anche il limite previsto per il sindaco di Trento? Chiedetelo a uno come Alberto Pacher, che ha lasciato (felicemente) la politica alla vigilia di un'elezione pressoché certa alla guida della Provincia, per tornare al suo lavoro, incurante del fatto che non avrebbe percepito il vitalizio. Pacher, dopo aver fatto il sindaco e il vice presidente della giunta provinciale, sul tema delle indennità si è fatto questa opinione, riportata dal nostro giornale nelle scorse settimane: "Non c'è assolutamente proporzione tra l'impegno richiesto a un sindaco e quello richiesto a un consigliere provinciale". Chiaro? C'è forse qualcuno convinto che per guadagnare 5.500 euro netti al mese - in questo mondo sconvolto dalla crisi e dai conflitti - basti presentare interrogazioni scandalizzate sulle bandiere del Castello del Buonconsiglio come ha fatto il consigliere Baratter due giorni fa? Ovvio che ai primi cittadini (quelli che mandano avanti i nostri paesi e in alcuni casi guadagnano meno di un impiegato) vengano i capelli dritti in testa a leggere certe notizie. Dice che forziamo i titoli per creare scandalo? La realtà è che la leva della vergogna è l'unica rimasta.

C'è un mondo difficile là fuori, consigliere Baratter, ma questo lei lo sa benissimo visto che le è toccato di aprire un negozio di biciclette in gennaio e di chiuderlo in primavera. La vità è dura fuori dal palazzo, ma i consiglieri provinciali spesso lo dimenticano anche perché - 730 alla mano- nella maggior parte dei casi con l'elezione in consiglio, "sacrificando la vita alla politica" come amano dire, hanno moltiplicato il reddito.

Se è vero (come è vero) che in consiglio regionale qualcuno sta studiando il modo di aumentarsi la paga, l'ex capogruppo del Patt (Baratter) non deve prendersela con il giornale Trentino (che l'ha scritto) ma deve prima di tutto chiedere al nuovo capogruppo del Patt (Ossanna) come stanno realmente le cose. E poi magari deve andare a rileggersi le parole che questo giornale riportò con grande evidenza, in prima pagina, il 15 novembre del 2014: "Siete fuori dalla realtà". Le ultime parole che disse l'ex presidente del consiglio regionale Diego Moltrer (Patt).













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