Alle classiche digiuno ad oltranza



Tante emozioni, ma alla fine noi italiani ci dobbiamo accontentare del sesto posto di Sacha Modolo e dell’ottavo di Pippo Pozzato. Un Giro delle Fiandre non lo vinciamo da dieci anni, sempre che valga la pena di rimpiangere i tempi di Alessandro Ballan. Le grandi classiche ci dicono male da lustri, ma è poi vero che non abbiamo i corridori per vincerne una? È stato lo stesso campione del mondo di Castelfranco Veneto, ieri ospite degli studi Rai nel corso della lunga diretta della classica dei “muri”, a fare nomi e cognomi dei corridori che – gestiti diversamente – avrebbero le carte in regola per cogliere la vittoria che vale un’intera carriera: Daniel Oss, Matteo Trentin e Gianni Moscon. Diciamo per primi che l’attestato di stima nei confronti dell’ex compagno di squadra perginese, da parte del campione del mondo di Varese 2008, ci è parso forse un po’ troppo generoso. E anche Moscon – talento indiscusso – ha forse ancora bisogno di fare un po’ d’esperienza: la carta d’identità, in questo senso, è dalla sua parte. Attendiamo con ansia sempre maggiore, invece, il giorno in cui la Quick-Step Floors darà piena fiducia al borghigiano che, dopo le vittorie al Tour de France e al Giro d’Italia, non ha più nulla da dimostrare a nessuno. Anche al “Fiandre” ha corso per tre. Con compagni del calibro di Gilbert è difficile pretendere spazio, ma prima o poi toccherà anche a Matteo.













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