21 tappe eterne



Maurizio Cucchi, uno dei maggiori poeti italiani, ci ha regalato pochi giorni fa una poesia dedicata alla tv. Si intitola Cervello  ed inizia così: “Era il gennaio del ’56 / e l’ordigno, il nostro primo, / ci arrivava in tinello. / Ricordo Toni Sailer, / le Olimpiadi della neve / e più avanti il leggendario omino Gaul / nella tormenta del 2 / o Modugno a Sanremo...” Quel che colpisce, nel contesto di questa rubrica che da anni insegue poesia, letteratura e storie dentro il grande calderone dello sport, è quel riferimento (l’ennesimo, verrebbe da dire) a Charly Gaul, alla tappa dell’8 giugno 1956 che consegnerà per sempre la montagna di Trento alla leggenda del ciclismo. Così, nei giorni del Giro numero 100, ci fa compagnia un bel libro di Giacomo Pellizzari. “Storia e geografia del Giro d’Italia” (Utet editore) ci accompagna, sorretto da una scrittura felice, evocativa, informata, attraverso un Giro tutto particolare. Lo ha disegnato l’autore, un tour immaginario in 21 tappe: un viaggio tra i silenziosi sentieri dell’Abetone nel giro del 1940, sulle passerelle di barche allestite a Venezia nel 1978, tra i ponti modulari sul mare della Maddalena nel 2007, lungo gli stradoni impolverati su cui intere generazioni hanno atteso per ore il passaggio dei corridori. Bene, avessimo avuto bisogno della conferma che nella storia e nella geografia del Giro sono state (sono, saranno) le Dolomiti ad essere uniche, decisive, simboliche, evocative - e che più ne ha, più pedali - ecco il racconto del nostro a confermare il tutto. Perché la tappa 13 arriva al Vajont, quella successiva alle Tre cime di Lavaredo, la quindicesima è sul Pordoi, mentre il giorno dopo si sale nel gelo e nella tormenta del Bondone. E non è finita perché (tappa numero 17) ci attende lo Stelvio ed ancora, per chiudere, Mortirolo (18) e Gavia (19). Coppi, Bartali, Merckx, Pantani, Hinault, Simoni, Moser, ma anche gregari dai nomi quasi persi nella nebbia e nel sole. Pellizzari (ri)evoca storie quando non epopee. Inutile (ri)dirlo: Gaul sul Bondone mette ancora i brividi.













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